Tra le varie difficoltà di carattere burocratico avevamo iniziato la realizzazione degli interventi del nostro progetto Torniamo alla Fonte a Sarno. lo scorso ottobre. Pochi giorni dopo l’inizio del cantiere e il lento progredire dei lavori a causa di piogge abbondanti che ci hanno imposto rallentamenti e nuove difficoltà, l’amministrazione ci ha notificato l’obbligo di non procedere nell’esecuzione dei lavori a causa di una segnalazione ricevuta.
Gli scorsi mesi sono stati dedicati a capire cosa fosse accaduto e come risolvere la questione. In breve è emerso che l’area da noi proposta per l’intervento, concordato in tutte le sue fasi con l’amministrazione, avrebbe potuto trovarsi all’interno della proprietà di un privato. Abbiamo atteso lungamente che le verifiche venissero effettuate, sebbene speranzosi in quanto tutti gli interventi previsti ricadevano all’interno dell’area già oggetto di intervento pubblico nel 2005 (da parte del Commissario straordinario Jucci) e avendo ricevuto i permessi necessari. Ebbene l’amministrazione ha proceduto alle verifiche e constatato che sia l’intervento di Jucci che il nostro intervento ricadevano in area privata. Il lungofiume è privato!
È stato davvero doloroso apprendere che l’amministrazione era già stata sollecitata prima del nostro intervento a rimuovere le opere esistenti (peraltro da una sentenza del tribunale) e che non ha mai provveduto a prendere seriamente in considerazione da un lato i rischi a cui i cittadini sono stati sottoposti per anni, dall’altro la necessità di rendere pubblica l’area che è già vissuta quotidianamente.
Non abbiamo avuto molta scelta vista l’impossibilità di eseguire l’intervento, e stiamo considerando di spostare i lavori all’interno del “Parco 5 Sensi”, nel primo tratto in cui il fiume è legalmente accessibile.
Oggi vi contattiamo per informarvi che stiamo continuando il lavoro iniziato ormai molti mesi fa. Stiamo riadattando il progetto a quanto emerso, e che allo stesso tempo non rinunciamo a difendere il diritto di avere un lungofiume pubblico (e un parco fluviale negli anni a venire).
Chiediamo il vostro supporto in questo momento delicato, mentre stiamo configurando nuove azioni (con un campo di volontariato internazionale che si terrà proprio in località foce il prossimo giugno) a cui vogliamo far corrispondere il lancio di un messaggio chiaro: il fiume non può essere un bene privato.
Crediamo possano nascere maggiori consapevolezze e azioni da parte degli abitanti e delle istituzioni riguardo l’esigenza di rendere pubbliche le sponde fluviali, affinché i cittadini possano mettere in atto una forma di tutela del territorio che passa per il vivere i luoghi e renderli parte della nostra esperienza quotidiana. Confidiamo nel vostro appoggio.
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